Panini alla Cannella e Nocciole per onorare i Buoni Propositi!

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Pubblichi un post un giorno, ti giri a riordinare le stoviglie e quando riapri le pagine del Blog sono passati…più di 10 giorni?!?

E io che mi ero ripromessa di pubblicare con più costanza…maledetto tempo!

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L’anno nuovo è iniziato con tante novità, nuovi progetti, a breve vi svelerò di cosa si tratta ma per il momento…bocca cucita…che per me è la cosa più difficile del mondo; da bambina quando andavo con papà a comprare il regalo per mamma o con mamma a prendere quello per papà, non appena tornata a casa cominciavo a dare indizi, non richiesti sia ben chiaro, cercando di incuriosire il malcapitato di turno che provava, invano, a dirmi che non voleva sapere…niente era più forte di me!

Anche oggi, non appena prendo il regalo del mio Dolce Doppio comincio a dargli indizi, nonostante mi ripeta che non ne vuole neanche uno, io li butto lì, la sera dopocena, tra una pausa pubblicitaria e l’altra io provo a tentarlo…sono irrecuperabile!

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Comunque sperando di riuscire a mantenere le novità fino a quando non avrò il via libera, vi lascio questi pani, profumatissimi, alla cannella e nocciole, assaggiati quest’anno in una Ferrara freddissima per capodanno, che ci hanno piacevolmente stupiti…insieme ad una mousse, ma questa è un’altra storia!

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Per circa 8 panini:

500 g di Farina di Kamut Molino Rossetto
15 g di Lievito Madre Secco Molino Rossetto
1 Cucchiaino e Mezzo di Cannella Macinata
1 Cucchiaino Raso di Malto o Miele
1 Cucchiaino di Sale
100 g di Nocciole Tostate
270 g di Acqua
20 g di Olio extravergine di Oliva

Cominciate mettendo in planetaria (o in una ciotola) la farina, la cannella, il lievito, il malto e l’acqua e cominciate ad impastare, quando l’impasto comincera a formarsi aggiungete l’olio, il sale e le nocciole, continuate ad impastare fino a quando non otterrete un impasto ben incordato (dovrà staccarsi dalle pareti della planetaria o smettere di appiccicarsi alle vostre mani), ungete ora una ciotola e mette l’impasto ottenuto a lievitare coprendolo con la pellicola, lasciate lievitare fino al raddoppio.

Quando sarà raddoppiato di volume, riprendete l’impasto dividetelo in 8 parti e fate tante piccole palline, lasciate lievitare di nuovo, coperti con pellicola (io li ho messi negli stampo dei mini-Plumcake ma anche tondi vanno benissimo), cuocete a 200 °C per circa 15/20 minuti, lasciate stiepidire su una gratella e gustateli tiepidi, magari con dei formaggi o salumi!

Provateli, l’accostamento vi stupirà!

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Galaktobureko per Augurarvi Buon Anno…e tirare le somme di quello passato

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Per cominciare…Buon Anno!

Siamo alla fine di queste feste, ci siamo lasciati un anno alle spalle e ne abbiamo appena scartato uno nuovo, è tempo di bilanci, di riflessioni, di nuovo propositi.

Mi sono lasciata alle spalle un anno pieno, tanti progetti iniziati, altri solo pensati…bozze di un quadro che si completerà in parte nell’anno appena iniziato e in parte continuerà negli anni.

Questo è stato un anno di conoscenze, amiche nate in una cucina virtuale, amicizie consolidate, amicizie nuove, è stato l’anno in cui questo mio spazio qui nel web è riuscito a ritagliarsi un posto tutto suo, una palestra per la mia autostima, un’iniezione di coraggio nel mostrare a tutti, a testa alta, quali siano le mie passioni.

È stato l’anno in cui ho scoperto che la mia passione della cucina significava dediderio di capire, approfondire, per sapere cosa significhi mangiare veramente, mangiare bene, sano; l’anno in cui ho scoperto la fotografia, come scattare con cosa, ho spalancato porte che mai avrei pensato potessero così appassionarmi.

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Potrei dire che è stato l’anno in cui ho messo me stessa sotto la lente di ingrandimento ed ho provato a conoscermi un po’ di più.

Per iniziare l’anno scelgo di offrirvi un dolce non tipicamente Natalizio, un dolce scoperto con il Mio Dolce Doppio quest’estate quando eravamo alla scoperta dei cibi greci, un dolce che ci ha colpito per la sua semplicità e la sua bontà, quindi, nonostante tra i buoni propositi ci sia anche quello di inizire la dieta, direi che rimandiamo tutto a domani e ci mangiamo una fetta di Galaktobureko!

Io la ricetta giusta, tra tante, l’ho trovata qui.

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Per circa 8/10 persone (ma come sempre dipende dalle porzioni): 

 12 fogli di Pasta Fillo 

1/2 litro di Latte 

50 g di Zucchero di Canna 

90 g di Semolino 

2 Uova Medie 

1 Cucchiaino di Estratto di Vaniglia 

100 gr di Burro sciolto 

 Per lo Sciroppo: 

150 g di Zucchero Semolato 

90 g di Acqua 

 Cominciate con lo Sciroppo, Versate acqua e zucchero in un pentolino e fate bollire per circa 5/6 minuti, poi lasciate da parte.

Versare il latte e lo zucchero in un pentolino e Mettete sul fuoco, aggiungete l’estratto di vaniglia e 2 cucchiai di semolino e mescolate con una frusta, versate a pioggia tutto il resto del senolino e le uova, mescolate velocemente e continuate a cuocere fino ad ottenere una consistenza simile alla polenta, ma un po’ più liquida, togliere dal fuoco e lasciate stiepidire mettendo della pelkicola alimentare a contatto con il semolino in modo da mon far formare la crosta.

Ora imburrate una teglia e stendete il primo foglio di pasta fillo (il foglio dovrà essere sufficientemente grande da poter poi rigirare i bordi dopo che avrete messo la farcitura), sciogliete del burro al microonde e spennellate il primo foglio, mettere sopra un altro foglio e spennellate anche questo con il burro, procedete così fino ad avere 6 fogli per la base.

Una volta che avrete fatto la base versate il semolino e livellate, coprite con un foglio di fillo, spennellate con il burro fuso e aggiungete un altro foglio di pasta fillo, continuate così fino a terminare tutti i fogli, poi sigillate i bordi, per evitare che la farcia esca in cottura.

Ora con un coltello affilato fate dei tagli in superficie che corrisponderanno poi alle porzioni (una volta cotto non riuscirete a tagliare bene la superficie).

Spennellate altro burro e cuocete a 180º per circa 40 minuti o fino a quando non vedrete sarà bello dorato, sfornate e versate lo sciroppo poco per volta sulla superficie, poi lasciate raffreddare e…provate e ditemi se non vale la pena!!!

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Lebkuchen…Natale Arriva con Re-Cake!

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Natale è dietro l’angolo e le cose da fare si moltiplicano ogni giorno, panettoni, pandori torroni, biscotti, ma anche regali, cesti…ed ecco che passano 2 settimane e non riesco a trovare un attimo per affacciarmi sul Blog…speriamo che passati i giorni delle abbuffate di fuoco riesca ad avere un attimo per potervi aggiornare su tutte le ricette fatte…e ne ho di cose da farvi vedere, che questa settimana in cucina sembra passato un ciclone, cibo ovunque, pentolini d’acqua bollente per creare la giusta umidità, celle di lievitazione improvvisate con lampadine incandescenti…una follia!

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Per me l’euforia Natalizia si traduce in cucina-no-stop, comincio a pensare a cosa mettere nei cesti, cosa preparare per il pranzo di Natale, quale ricetta non mi farà dormire, sono come sotto uno strano incantesimo che non mi fa sentire la stanchezza e continua a farmi cucinare e immagine cosa cucinare…un circolo vizioso insomma!

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Per cominciare il ciclo Natalizio, comincio festeggiando con Re-Cake, con Sara, Silvia, Elisa, Miria e Silvia, quindi, vi offro un Lebkuchen, un biscottino speziato al marzapane e canditi, glassato con cioccolata bianca e nera che è veramente la fine del mondo, non appena si morde si arriva dritti dritti nel villaggio di Babbo Natale…bè forse non proprio subito subito ma insomma, vi assicuro che per il loro sapore e le mille spezie fanno subito Natale, se ci mettete poi che non sono neanche difficili il gioco è fatto, dovrete solo armarvi di un po’ di pazienza per ritagliare le ostie da mettere alla base ma vi assicuro che verrete poi ripagati non appena li assaggerete!

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Vorrei offrire poi un biscottino anche a Vaty, Bloggallina doc, per festeggiare con lei il suo Giveaway, perchè questo biscotto? perchè è speziato e Dolcissimo, come Lei, sempre disponibile per chiunque abbia un dubbio o solo voglia di fare due chiacchiere, sono nelle Bloggalline da un po’ ormai e mai avrei pensato che un gruppo così eterogeneo, fatto prevalentemente di Donne potesse essere così coeso, Vaty è uno dei suoi pilastri, tra le Fondatrici di Questo meraviglioso Pollaio dove ci si confronta, ci si supporta e si ride, come fossimo una grande famiglia, nonostante molte di noi non si conoscano di persona, sembra di conoscersi da tempo, passiamo serate intere a chiacchierare di cucina e di ogni altra cosa ci venga in mente, facciamo progetti, organizziamo scambi virtuali (e non) di regali di Natale, parlo di Loro come fossero persone che frequento tutti i giorni, proprio ieri dicevo al mio Dolce Doppio “sai mi ha detto Elisabetta che Vaty ha parlato della nostra chiacchierata…mi sono commossa” Lui mi guarda e “Parliamo di Bloggalline giusto?
Vaty questo Lebkuchen è tutto per te, che ci sei sempre per tutte noi, che non ti tiri mai indietro e rispondi sempre con il Sorriso!

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E ora veniamo alla ricetta, io ho seguito quella di Sara, ho fatto solo alcuni cambiamenti, ho utilizzato un marzapane fatto in casa, le arance candite fatte da me, ho utilizzato lo zucchero Muscovado invece del classico Semolato Bianco ed ho sostituito il pepe nero con il pepe di setsuan, ho utilizzato delle ostie alla base e per poter avere dei biscottini tutti uguali e leggermente più alti ho utilizzato dei mini-pirottini in carta per muffin dove ho messo alla base le ostie che ho precedentemente ritagliato della misura esatta dei pirottini, in questo modo dopo ho solo colato l’impasto nei pirottini e infornato.

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Per circa 30 Lebkuchen (dipende poi dalle dimensioni che decidete)
200 g di Marzapane
200 g di Zucchero Muscovado
50 g di Arance Candite
4 Albumi
50 g di Mandorle Macinate
50 g di Nocciole Macinate
100 g di farina 00
2 Cucchiai di Spezie per Lebkuchen
1/2 Cucchiaino di Sale Fino
1 Pizzico di Bicarbonato (che dovrete diluire in 1 cucchiaio di acqua)
Ostie

Per le Spezie:
2 Cucchiai di Cannella
2 Cucchiaini di Chiodi di Garofano (macinati)
1/2 Cucchiaino di Pepe di Setsuan
1/4 di Cucchiaino di Noce Moscata
1/2 Cucchiaino di Coriandolo Macinato
1/2 Cucchiano di Cardamomo Macinato
1/2 Cucchiaino di Semi di Anice Macinato
1/2 Cucchiaino di Zenzero Macinato

Per il Marzapane:
100 g di Farina di Mandorle
100 g di Zucchero Semolato
1 Albume

Per la Copertura:
100 g di Cioccolato Fondente
100 g di Cioccolato Bianco

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Cominciate dal Marzapane, mettete la farina di mandorle e lo zucchero in una ciotola, mescolate ed aggiungete l’albume, continuate ad Impastare fino ad avere una massa soda.

Preparate ora le spezie, macinate i chiodi di Garofano, il pepe e il cardamomo in un mortaio, passate poi il tutto attraverso un setaccio ed unite alle altre spezie macinate.

Mettete il marzapane in una ciotola e lavoratelo con la spatola aggiungendo gli albumi, unite il sale e proseguite fino a ottenere un composto omogeneo, aggiungete infine le arance candite tagliate a cubetti.

In un’altra ciotola mescolate la farina setacciata con le mandorle e le nocciole tritate, unite le spezie poco alla volta.

Amalgamate ora i due Composti, aggiungete il bicarbonato e mettete il
Composto che avrete ottenuto in una tasca da pasticcere, lasciate riposare il tutto in frigorifero per 1 ora.

Nel frattempo ritagliate le ostie e mettetele alla base dei pirottini, mettere poi i pirottini su una placca da forno.

Quando il composto avrà riposato, versate un po’ di impasto al centro di ogni ostia.

Cuocete a 180 °C in forno preriscaldato per circa 15 minuti.

Una volta pronti i Lebkuchen fateli raffreddare su una griglia, nel frattempo sciogliete il cioccolato nel
Microonde e quando i biscotti saranno freddi ricopritene metà con il Cioccolato bianco e metà con quello fondente, aspettate che il cioccolato si rapprenda (io li ho messi in frigorifero 1 ora) e mangiate!!!
Provateli e ditemi se non è subito Natale!

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Con questo post partecipo al Giveaway di Vaty: Food & Travel” per la categoria Food 😁

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Pull Apart Brioche al Burro di Mele

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Quando ero molto piccola ricordo che mio Nonno, in una parte del suo terreno aveva piantato il grano, era una parte piccolissima e non credo lo abbia mai raccolto per trasformarlo in farina, io almeno, non ne ho memoria, ricordo però che mi piaceva correre in mezzo a quelle spighe altissime dove potevi nasconderti, buttarti a terra come fossi su un materasso e stendersi a guardare le nuvole immaginando forme e animali, non riuscivo a capire la paura dei miei nonni per la mia voglia di correre e giocare in mezzo alle spighe di grano, parlavano di serpenti o animali che non potevo vedere, io riuscivo solo ad immaginare di essere la protagonista di uno di quei cartoni animati dove i personaggi correvano e si nascondevano…alla Heidy insomma.

Con il senno del poi capisco il perchè delle loro restrizioni, la probabilità di essere morsa da una vipera era decisamente tangibile, ma a quei tempi non vedevo pericoli, avevo 4/5 anni al massimo, vedevo i conigli come docili animaletti che vogliono solo coccole, le caprette come simpatiche bestiole con le quali giocare e saltare e i cinghiali come maialini dagli abiti invernali, quel campo dall’erba alta mi sembrava arrivato direttamente dalle colline di Bel e Sebastien, per di più che mio Nonno aveva uno splendido Maremmano che all’epoca mi sembrava grande quanto un elefante…capirete quindi la mia confusione quando i conigli ti mordevano se provavi add accarezzarli, le caprette ti caricavano se gli andavi incontro e per i cinghiali c’era il divieto più categorico anche solo di avvicinarsi, persino alle galline non andavo a genio, certo ripensandoci, credo fosse normale visto che le rincorrevamo strillando, chissà che pensavano…comunque da lì a poco se ne andarono prima i cinghiali che scelsero il bosco vicino, i conigli finirono nel frigo di mia nonna, le caprette morirono di una dignitosa vecchiaia e il grano scomparì.

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Quando però Valentina ci ha raccontato di questa Farina Miracolo, ritrovata in un angolo dopo anni, dal fusto lungo due metri, la spiga ramificata e dal sapore del grano antico, quello di una volta, mi è tornato alla mente tutto, le corse nel grano, i profumi e i sapori che uscivano dalle cucine delle nonne, ho sperato che nel mio pacchetto ci fosse proprio quella farina che tanto mi aveva incuriosito…ed eccomi accontentata

Per renderle giustizia ho deciso di usare la ricetta di mia nonna per un dolce tipico di queste parti, riadattandola e arricchendola con il burro di mele che tanto mi è piaciuto, ne è uscita una brioche profumatissima, dal gusto pieno…rotondo mi verrebbe da dire per riuscire a farvi capire, insomma in una parola, Buonissima!

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750 g di Farina Miracolo Molino Grassi
4 Uova
150 g di Latte
125 g di Burro Morbido
1 Cucchiaino di Estratto di Vaniglia
10 g di Lievito di Birra
1 Cucchiaino di Mix di Apple Spice
1 Pizzico di Sale

Per la Farcia:
250 g Circa di Apple Butter

Per l’Apple Spice:
1 Cucchiaino di Cannella
1/2 Cucchiaino di Zenzero macinato
1/3 di Cucchiaino di Noce Moscata grattugiata
1/3 di Cucchiaino di Cardamomo macinato
1 pizzico di Pepe Di Sichuan (se non lo trovate Pepe Nero) macinato

Per la Glassa
Zucchero a Velo, circa 100 g
1 Cucchiaino di acqua

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Cominciate sciogliendo il lievito nel latte, mettete la farina nella planetaria e cominciate ad impastare aggiungendo il latte, poi, poco alla volta, le uova, le spezie e l’estratto di vaniglia, continuate ad impastare, quando il composto comincerà ad essere omogeneo aggiungete il burro morbido, e continuate ad impastare fino a quando il composto non sarà perfettamente incordato, lo vedrete perchè si staccherà da solo dalle pareti della ciotola; a questo punto lasciatelo lievitare in una ciotola, che avrete precedentemente unto con un filo di olio, coperto con la pellicola.

Quando l’impasto sarà raddoppiato di volume mettetelo sul piano di lavoro, precedentemente spolverato con un po’ di farina e stendetelo a formare un rettangolo spesso circa 1/2 cm, spalmate ora l’apple butter su tutta la superficie, arrotolate per ottenere un cilindro, mettete il cilindro su una teglia rivestita di carta forno e fate dei tagli laterali (uno a destra, uno a sinistra e così via) per 3/4 della larghezza del cilindro (in modo da lasciare comunque una parte che possa tenere insieme tutte le fette), sfalzate le fette e lasciate lievitare per altri 30/40 minuti.

Mentre aspettate che la brioche lieviti preparate la glassa, mettete lo zucchero a velo in una ciotolina e aggiungete acqua poco alla volta fino ad ottenere un composto denso simile al miele per consistenza, con questo fate delle strisce sulla brioche quando sarà lievitata ed infornate a 180°C per 35/40 minuti.

Lasciate raffreddare e assaggiate!

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Con questa Ricetta Partecipo al Contest di Molino Grassi Impastando s’Impara”

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Marshmallows a Natale!

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Chi di voi non ha mai visto un film dove si bruciavano queste delizie infilzate su un legnetto intorno al fuoco? negli anni 90 ogni film/fiction americana aveva una scena così, che si trattasse di commedie e horror, la tappa camping e marshmallows era fissa, in genere si raccontavano storie di paura, che si traducevano in realtà se il film era un thriller, ma io non sono un’esperta del genere, ero più una fan delle commedie Disney, quelle dove il bene vince sempre insomma!

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Ebbene dovete sapere che da quando ho deciso di provare a fare i marshmallows, non solo ho provato millemila ricette, ma appena ho trovato quella giusta ne ho infilzato uno, chiamato la mia metà, e bruciato per sapere che sapore avevano…non fatelo! Appena lo mangerete sentirete un trilione di calorie liberarsi in bocca e subito dopo…il Paradiso, non scherzo, è una cosa golosissima, dolce da far paura ma…ragazzi che buoni!

Con la mia Metà ci siamo guardati e ci siamo capiti con una sola occhiata! ne abbiamo infilzato un altro, poi ancora uno, poi, Lui, che ha più self control di me, ci ha fermati, ma giuro che abbiamo fatto uno sforzo!

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Ero convinta fosse una cosa smielata, troppo dolce invece…fate i marshmallows e poi assaggiateli sbruciacchiati, sono la fine del mondo!

Io la ricetta giusta l’ho trovata sulla rivista Jamie, ecchettelodicoafà, l’ho modificata giusto quel poco per renderla ancora più veloce, a me sembra un’idea carina per i regali di Natale, magari in un sacchettino con un bel nastro rosso, nei miei cestini ci saranno!

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Per circa 30/40 marshmallow (dipende ovviamente da quanto grandi li taglierete.

50 g di Glucosio (o miele)
450 g di Zucchero Semolato
50 g di Acqua più altri 50 per la gelatina
24 g di Gelatina in fogli
2 Albumi
1 Cucchiaino di Estratto di Vaniglia o i semi di 1 Bacca
2/3 Gocce di Colorante alimentare (io ho scelto il viola)

Per la teglia (io ne ho usata una in silicone)
100 g di Zucchero a Velo
100g di Amido di mais

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Cominciate a setacciare insieme lo zucchero a velo e l’amido, questa miscela vi servirà per evitare che i marshmallows si attacchino alla teglia, ed anche poi per tagliarli, versatene 3/4 sulla teglia in modo da “infarinarla” tutta.

Mettete lo Zucchero Semolato, il Glucosio e l’acqua in un pentolino e portate il tutto ad una temperatura di 121 gradi.

Nel frattempo mettete la gelatina in ammollo nei 50 g di acqua, mettete gli albumi in una planetaria e cominciate a montare a bassa velocità.

Quando lo sciroppo avrà raggiunto la temperatura giusta colatelo a filo sugli albumi che stanno montando, aumentando la velocità delle fruste, continuate a montare fino a quando il composto non sarà freddo, mentre il composto monta mettete la gelatina con la sua acqua in microonde, scaldate, in modo tale che la gelatina si sciolga perfettamente e aggiungetela al composto di albumi e zucchero che sta montando.

Quando il composto sarà tiepido e ben montato mettetelo nella teglia che avrete spolverato con amido e zucchero, aggiungete qualche goccia di colorante sparsa e, aiutandovi con uno stuzzicadenti, fate dei cerchi e delle linee casuali, in modo da avere l’effetto marmorizzato, livellate e lasciate che si raffreddi completamente, io li ho messi in frigo un paio di ore per accelerare il tutto.

Quando si saranno rassodati potrete toglierli dalla teglia e metterli su un tagliere, precedentemente spolverato con la miscela di amido e zucchero e tagliarli in quadratini delle dimensioni che più vi piacciono, i miei erano di circa 2 cm per lato, a questo punto potete confezionarli o…mangiarli!

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Brioche Salata alle Melanzane ed Erbe di Provenza…Un Fiore per il Contest di Molino Grassi!

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Quando Valentina ha detto di prepararci per il nuovo Contest di Molino Grassi ho immediatamente cominciato a pensare, ancor prima di conoscere quali farine sarebbero arrivate e, soprattutto, se la mia mail sarebbe rientrata tra le partecipanti, non ha fatto in tempo a pubblicare il post che in poche ore i posti a disposizione erano finiti…io cel’ho fatta, anche quest’anno, e sono felicissima di poter nuovamente lavorare con Valentina, con il Molino Grassi e soprattutto, con queste splendide farine!

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Lo scorso anno quando ho partecipato, l’ho fatto con le ricette che fanno parte della mia tradizione familiare rivisitandole a modo mio, una brioche che si trasforma in fette biscottate, la semplicità e la bontà di una ricetta semplice, perché se le materie prime sono buone non c’è bisogno di lavorarle troppo.

Ogni farina ha le sue caratteristiche, i suoi profumi, e se è una farina di qualità sarà piacevole poter assaporare i sapori che sprigiona in cucina.

Quindi anche quest’anno mi sono affidata alle ricette della mia famiglia, un’impasto salato, a metà tra una pizza e una brioche salata ed un impasto dolce arricchito dalla frutta di stagione, che altro non è che il dolce più tipico delle mie zone…ma non voglio anticiparvi niente, perché oggi si comincia con il salato, il dolce arriverà poi 😉

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La prima farina che vi presento è la Farina di Kamut, molti di voi pensano cheil Kamut sia un grano antichissimo, trovato nientemeno che in una tomba egizia e riportato così alla luce e alla coltivazione…mi spiace deludervi ma…tutto questo è fantasia, è una storia, una pubblicità, Kamut è un marchio di proprietà americana che vende questa varietà di frumento in regime di monopolio e in Italia può essere macinato solo da mulini autorizzati.

Ora non dovete essere delusi, anche la mucca Lilla non produce cioccolato e non aiuta ad essere più buoni ma questo non significa certo che il cioccolato di quel marchio non sia buono!

La farina di Kamut ha un elevato contenuto proteico, superiore alla media dei frumenti duri e teneri che conosciamo, contiene selenio e β-carotene, non sviluppa un glutine troppo tenace (meglio evitare quindi lievitati complessi), è quindi un prodotto salutare, rustico, che si presta a varie preparazioni, compresi appunti i lievitati (ma non a lunga lievitazione), per questo ho voluto provare la Brioche salata di mia nonna (quella da pizza farcita per intenderci), ho ridotto un po’ il lievito di birra (ma quanto ne usavano?!?) aggiunto una farcia più salutare di prosciutto e salsiccia e mi sono divertita a creare una forma divertente, un fiore, perfetto anche come centrotavola/antipasto per il Pranzo di Natale, noi ce la siamo spazzolata in mezz’ora, ma anche il giorno dopo sarebbe stata buona lo stesso!

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Per una Tortiera di 26 cm di Diametro:

500 g Farina di Kamut Molino Grassi
300 g di Latte
10 g di Lievito di Birra
10 g di Sale
50 g di Olio Extravergine d’oliva
1 Cucchiaino di Erbe di Provenza

Per la Farcia:
1 Melanzana
100 g di Noci
1 Cucchiaino di Tahina (pasta di sesamo)
1 Spicchio d’Aglio
1 Rametto di Timo
Olio Extravergine d’Oliva

1 Uovo per Spennellare

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Cominciate dalla Farcia, lavate la melanzana, tagliatela a fettine sottili e disponetele a strati, alternate con del sale fino, in uno scolapasta per circa 2/3 ore, in questo modo perderanno la loro acqua.

Trascorse 3 ore sciacquate le melanzane sitto l’acqua corrente, tamponatele con uno scottex e mettetele e grigliatele qualche minuto per lato.

Mettete le melanzane, con l’aglio,il timo, la tahina, e un filo d’olio in un cutter e frullate per ottenere una pasta, tenete in frigorifero a rassodare.

In una planetaria, o in una ciotola se decidete di impastare a mano, versate la farina, aggiungete il latte, il lievito a pezzetti e cominciate ad impastare, quando l’impasto comincerà a formarsi aggiungete le erbe di provenza, il sale e l’olio a filo, continuate ad impastare ancora per 5/10 minuti, fino a quando non avrete un impasto sodo ed elastico perfettamente incordato, ve ne accorgerete perchè si staccherà dalle pareti della planetaria lasciandole pulite, a questo punto mettetelo a lievitare in una ciotola che avrete precedentemente unto, coprite con pellicola e lasciate lievitare fino al suo raddoppio.

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Quando l’impasto sarà lievitato, mettetelo sul piano di lavoro infarinato e stendetelo, aiutandovi con un mattarello, ad uno spessore di circa 1 cm, con un coppapasta o un taglia biscotto fate tanti cerchi di pasta, posizionate su ogni disco un cucchiaino di composta di melanzane e una noce, chiudete a formare una mezzaluna e poi unite i lembi, come fosse un tortellino, pozionate poi ogni pezzo nella tortiera, foderata con carta forno, a formare un cerchio dentro l’altro, coprite con un telo e lasciate rilievitare per circa 30/40 minuti.

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Ora non vi resta che spennellare la superficie con l’uovo e infornare a 180 gradi per 35/40 minuti, sfornate, lasciate stiepidire e portate in tavola.

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Con questa ricetta partecipo al contest di Molino Grassi”

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Pizza di Formaggio Emmentaler, #noiCHEESEamo atto II

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Ricordate quando vi dicevo della dignitosa fine che aveva fatto l’Emmentaler DOP inviatomi per il contest #noiCHEESEamo??
Ebbene eccolo qui!

Questa è una ricetta quasi intoccabile a casa mia, la Pizza di Formaggio è un’istituzione, ricordo che da bambina nel periodo Pasquale mangiavo praticamente solo quella, piena di formaggi, con il pepe senza pepe, da sola con i salumi, insomma la Pasqua portava questa delizia e io la preferivo persino all’Uovo!

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Dalle mie parti si usa mangiarla a colazione la mattina di Pasqua, con i salumi, le uova sode e ogni altra leccornia presente, decisamente non adatta alla colazione!

Noi a casa la colazione di Pasqua non l’abbiamo mai fatta, la mattina di Pasqua era per la mia famiglia come una domenica mattina, unico giorno per poter fare colazione tutti insieme, con calma, dolci in tavola e latte, a svariate gradazione manco fossimo gli orsetti di Riccioli d’oro!
I Dolci della Domenica scandivano i periodi dell’anno, Pandoro e Panettone ma anche pasta dolce a Natale, Zuppa inglese a Pasqua (per riciclare le uova e le pizze dolci), ravioli a carnevale e ciambelloni e crostate per tutto l’anno…crostate soprattutto che la frolla è il cavallo di battaglia di mia madre, meno il rapporto con il forno ma, a detta sua, devono venire proprio così “croccanti”

Nonostante la colazione quindi, non fosse quella tipica Pasquale, ci rifacevamo degnamente durante il Pranzo dove si metteva in tavola tutto e dove le pizze di Formaggio la facevano da padrone, io gestivo una specie di raket, mia Zia ne mandava una solo per me, specificando che era solo mia “a lei piace tanto, quindi non mangiatevela” (come se avessi bisogno di mangiare!), poi c’era quella di mia madre “quella facile” diceva mia nonna e la sua, fatta nello stampo di alluminio con il mix di formaggi che sapeva lei, con lo strutto (sostituito poi negli anni con il burro…per fortuna!) e ci si alzava distrutti come avessimo affrontato un intero incontro di box ma soddisfatti perchè il cibo delle feste ha sempre un altro sapore…e non fa ingrassare!

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Non che ora le cose siano cambiate, Pasqua significa sempre Pizza di Formaggio in tutte le sue varianti, dalla più liberale con lievito per torte di mia madre a quella classica, tradizionale, con lievito di birra di mia nonna, non ci riuniamo la mattina a fare colazione ma continuiamo a fare pranzi che sono incontri di box.

È un piatto delle mie tradizioni insomma, della mia terra, che riporta ad una sensazione di famiglia e di festa, per questo l’ho scelta per la seconda parte del Contest Sui Formaggi Svizzeri, avvicinandomi con cautela per non snaturare la ricetta ma cercando di valorizzare questo formaggio che, credetemi, era perfetto!

Dopo averla assaggiata sono certa che mia nonna l’avrebbe apprezzata eccome, una variante, assolutamente saporita e degna di essere messa in tavola il giorno di Pasqua (ma anche stasera!).

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Per uno Stampo da Panettone da 1 kg

500 g Farina Manitoba
200 g Emmentaler DOP (tritato finemente)
100 g Emmentaler DOP (Tagliato a cubetti)
3 Uova
50 g Olio Extravergine di Oliva
100 g Acqua
10 g di Lievito di Birra
1 Cucchiaino di Malto (o miele se non avete il malto)
10 g di Sale Fino

Cominciate sciogliendo il lievito di birra nell’acqua, aggiungete il malto e mescolate bene.

Mettete la farina nella ciotola della planetaria e cominciate ad impastare aggiungendo lentamente l’acqua con il lievito e il malto e le uova, fino ad ottenere un impasto sufficientemente omogeneo, a questo punto aggiungete il sale, l’olio ed il formaggio tritato, continuate ad impastare e per ultimo aggiungete il formaggio a cubetti, impastate per altri 10 minuti, dovrete ottenere un impasto sodo e compatto, sarà pronto quando si staccherà dalle pareti della ciotola lasciandola perfettamente pulita, prendete lo stampo da panettone (se usate quelli di alluminio, oliatelo), coprite con la pellicola alimentare e lasciate lievitare fino al raddoppio.

Una volta che l’impasto sarà lievitato ed avrà raggiunto il bordo dello stampo infornate in forno già caldo a 180 gradi per circa 40 minuti, posizionate un pentolino pieno di acqua sul fondo del forno in modo da mantenere l’umidità, gli ultimi 5 minuti di cottura, potete aggiungere qualche cubetto di Emmentaler DOP per farlo sciogliere, come ho fatto io, o se preferite spennellate la superficie della pizza con un tuorlo d’uovo prima di infornare, sfornate, lasciate intiepidire e siete pronti per andare a tavola, da noi si mangia soprattutto con la lonza o un buon prosciutto, am vi assicuro che anche sola non durerà molto sul tavolo!

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Con Questa Ricetta Partecipo al Contest Di Peperoni & Patate #noiCHEESEamo – il 3° Contest dei Formaggi Svizzeri

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Apple Butter e Gelatina di Scarti di Mela, pensiamo al Natale buttando un occhio al Riciclo!

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Il Natale è alle porte, si lo so che potrei sembrare una pazza ma in realtà io ho già cominciato (in realtà da parecchio ormai) a pensare ai regalini da fare, anche ai regaloni in verità, ma di quelli poco vi importa.

Il mio piano per quest’anno è arrivare a Natale in relax, senza alzatacce alle 5.00 del 25 mattina (dopo che sei andato a letto alle 4.00!) per finire i tortellini che il giorno prima non potevi perché stavi ancora finendo barattoli e barottolini da regalare…immaginate uno scenario post-guerra in cui in ogni angolo della cucina stazionano panettoni, pandori, barattoli, biscotti e quant’altro la mia mente malata abbia partorito nel periodo che va dal 20 al 25 dicembre!

Ecco quest’anno dico basta, voglio fare panettoni e biscotti il 20 dicembre, i tortellini il 21 (sempre che mia nonna, colei che supervisiona, sia libera!) e gustarmi i giorni di Natale in relax, passeggiare il 24 pomeriggio tra negozi solo per guardare le vetrine dei negozi addobbati senza la frenesia di dover prendere niente, insomma sentire il profumo del Natale, quello che sa di zucchero, di cannella…ecco se mi chiedessere “secondo te il Natale di che sapore ha” direi che sa di Cannella, non chiedetemi perché, in fondo sono sempre quella della strage dei panettoni di cui sopra!

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Ed ecco allora che dopo l’Uva Giulebbata arriva l’Apple Butter, ovvero il Burro di Mele, che di burro ha solo il nome e la consistenza, fatto solo di ottime mele, un goccio di limone e spezie, tante spezie, al comando delle quali c’è la regina delle spezie Natalizie appunto, la Cannella!

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E proprio perché, se si ha la fortuna di trovare delle melette non trattate, di certo non si butta via niente, con i torsoli e le bucce si può fare una gelatina che è la fine del mondo, così in una volta sola avrete 2 Regali da mettere nei vostri cesti, dovrete fare attenzione solo ad una cosa, non assaggiate, io per poco non finivo tutto altro che regali di Natale!

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Per circa 4 Vasetti da 150 g di Apple Butter:

1 Limone
4 kg di Mele (meglio se di varietà miste, avrete un sapore più rotondo e completo)
1 Bicchiere di Zucchero di Canna
1 Bucchiere di Zucchero Semolato
3 Cucchiai di Mix di Spezie per Apple Pie (è un mix che uso sempre anche nello strudel e nella Apple pie appunto, vi dico quali solo le proporzioni che uso io, poi voi fate a vostro piacimento: 4 Cucchiaini di Cannella, 1 Cucchiano di Zenzero macinato, 1/2 Cucchiaino di Noce Moscata, 1 Cucchiaino di Cardamomo, 1/3 di Cucchiano di Pepe di Sichuan)

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Per la Gelatina di Scarti di Mela:
Bucce e Torsoli di Mela
Acqua
1/2 Limoni (dipende da quanti scarti di mela avete)
Zucchero Semolato (dipende anche lui dalla quantità degli scarti)

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Io ho fatto l’Apple Butter nella Slow Cooker, in modo da Cuocere a bassa temperatura, se non l’avete cuocete in una pentola di coccio a fuoco bassissimo con coperchio mescolando di tanto in tanto per evitare che si attacchi.

Il Procedimento nella Slow Cooker è questo: Sbucciate le mele ed eliminate il torsolo (mettete bucce e torsoli in un altra pentola, eliminando solo i piccioli), tagliate le mele in pezzi grossolani e mettete nella pentola, man a mano che mettete i pezzi di mela nella pentola spruzzate il succo del limone per evitare che si anneriscano (io ho uno spruzzino che si infila direttamente nel limone, regalo della mia Migliore Amica che, è evidente, conosce la mia malattia, ma voi potete anche versare il succo di limone direttamente sui pezzi di mela), versate ora lo zucchero di canna, quello semolato e le spezie e mescolate, mettete il coperchio, impostate la temperatura media e dimenticatevi delle mele per circa 6/7 ore.

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Trascorso il tempo armatevi di minipimer e frullate tutte le mele, continuate a cuore per altre 3 ore, mettendo un cucchiaio o un tovagliolo tra la pentola ed il coperchio per var evaporare il liquido e addensare il burro, quando avrà raggiunto la densità che più vi piace, spegnete tutto, invasate a caldo (in barattoli precedentemente sterilizzati), tappate e mettete a raffreddare capovolti per fare il sottovuoto, se poi volete essere proprio sicuri, allora avvolgete i barattoli in un canovaccio mettete in una pentola, coprite di acqua e fate bollire per almeno 10/15 minuti, lasciate raffreddare nella pentola con l’acqua.

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Mentre l’apple Butter cuoce pensate alla gelatina, nella pentola dove avrete messo le bucce e i torsoli di mela aggiungete tanta acqua quanta ne serve per coprire gli scarti di mela e mettete sul fuoco, portate a bollore, poi abbassate leggermente la fiamma e fate cuocere fino a quando l’acqua non avrà dimezzato il suo volume, a questo punto togliete i torsoli e le bucce, strizzateli con un panno in modo da conservare l’acqua al loro interno.

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Filtrate il liquido che avrete ottenuto per eliminare eventuali impurità e rimettete in pentola aggiungendo per ogni tazza di Liquido 1/2 Tazza di Zucchero e 1 Cucchiaio di Succo di Limone, fate cuocere, mescolando ogni tanto, fino a quando non avrà raggiunto la densità tipica di una gelatina o marmellata (ricordate che da fredda sarà meno liquida), quando la gelatina sarà diventata della stessa densità del miele togliete dal fuoco ed invasate come per l’apple butter, ed ecco 2 regali in una volta sola, e vi assicuro che non avete idea di quanto siano buoni, hanno conquistato persino il palato della mia Dolce Metà, che di solito non ama marmellate e simili!

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Con questa ricetta, partecipo al contest : “TUTTOMELE” in collaborazione con UIR, UNIONE ITALIANA RISTORATORI E SAPORIE e Bloggalline

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#noiCHEESEamo, quindi..Monkey Bread…ma mia nonna lo chiamava Riciclo!

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Ci sono momenti in cui navigando in rete mi imbatto in ricette che mi fanno tornare immediatamente bambina, quando ho visto per la prima volta il Monkey Bread (dolce tipicamente a stelle e strisce), non ho potuto non pensare a quando mia nonna da bambina preparava preparava il pane e con un po’ dell’impasto avanzato (in casa non si buttava niente!!!), preparava per noi più piccoli delle palline farcite con la mozzarella, che lasciava lievitare e poi friggeva…mia nonna friggeva tutto, non poteva immaginare un pranzo di famiglia senza qualcosa di fritto, di solito preceduto da lasagne, cannelloni o similari.

Aveva le sue convinzioni, le ha ancora, ma si è rassegnata a questa nuova “moda” di mangiare come se si fosse sempre a dieta, ricordo di un giorno in cui chiamandola le chiesi un semplice riso in bianco “senza burro Nonna, ho mal di pancia”, il riso in bianco più cremoso che avessi mai assaggiato, e quando alla mia domanda “Nonna ma qui c’è il burro, è troppo cremoso!” lei candida mi rispose “no niente burro, hai detto che non lo volevi, ci ho messo giusto un filo di panna…sennò non sa di niente!”

Le nonne non potevano immaginare di non portare in tavola primo, secondo, contorno e dolce, ogni cosa che si mangiava aveva un peso specifico superiore al piombo!
La mitica Frittata ripiena di formaggio e Prosciutto, Le Polpette in bianco, rigorosamente fritte, e la pizza di ogni tipo, al forno e fritta…poi ci si chiede come mai uno sia condannato ad una vita di dieta perenne!

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Comunque, quando ho visto per la prima volta il monkey bread ho pensato a quelle mitiche palline di pizze farcite che mangiavo da bambina, quindi quando sono arrivati i fantastici Formaggi Svizzeri per il Contest di Peperoni & Patate #noiCHEESEamo, ho subito pensato a rivisitare le pizzette di mia nonna, in chiave più salutare, o a dieta come direbbe lei, anche se di dietetico non hanno proprio niente!

Questo Gruyère mi ha totalmente conquistata, intendiamoci, i formaggi sono ottimi entrambi, ma io che sono un amante dei sapori leggermente più decisi questo è decisamente il mio preferito.

L’Emmentaler DOP (quello con i BUCHI) è il Formaggio svizzero per Antonomasia, quello di tutti i cartoni animati, quello che non manca mai nel frigo perchè, come dice sempre nonna…dove lo metti sta bene, è assolutamente versatile, io lo utilizzo nelle insalate di champignos, ma anche nei timballi, e presto vedrete dove secondo me dà il suo meglio, è il formaggio che ci aspettiamo drante un aperitivo, insomma è la Bandiera Svizzera, insieme al cioccolato!
Servono più di MILLE litri di latte fresco per avere una forma di formaggio di 80 kg, che poi viene lasciata maturare dai 4 ai 15 mesi, periodo in cui si formano quei buchini caratteristici, da bambina avevo creduto cecamente a mio nonno quando, con piglio deciso, mi aveva assicurata che era stato Speedy Gonzales a farli…che ci volete fare mio nonno era una specie di incantatore di serpenti, ne aveva sempre una pronta da racconatrci.

Questo Gruyère invece è totalmente diverso, intanto NON ha i buchi (qui Speedy Gonzales deve aver trovato chiuso!) e soprattutto ha un sapore molto più deciso variabile dal dolce al piccante (grazie alla crosta spazzolata ad acqua durante la stagionatura), è un formaggio che matura dai 5 mesi (il classico) fino ai 12 mesi (alpage), ho fatto fatica a non finirlo tutto mentre lo preparavo per la ricetta, si sposa bene con i vini rossi, io l’ho utilizzato per l’aperitivo, con le bandierine a mo di forchettine, e vi assicuro che anche con un buon miele è veramente fantastico!

Per questo ho deciso di utilizzarlo in questa ricetta, per dare un’impronta più decisa, ho quindi tolto il fritto, sostituito la farcia con il Gruyère DOP, aggiunto una nota acidula delle olive nere e ricreato la croccantezza della frittura con una panatura di cous cous, per questa ricetta ho scelto questo Formaggio per il gusto Ricco e Corposo che ben si sposava con l’impasto e con le olive…a Noi è piaciuto tanto!

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Per una tortiera di circa 20 cm di diametro:

400 g di Farina tipo 1
250 g di Acqua
10 g di Lievito di Birra
10 g di Malto (o Miele)
10 g di Sale
20 g di Olio Extravergine di Oliva
100 g di Olive Nere Denocciolate
200 g di Gruyère DOP
Cous Cous per la Panatura

Cominciate sciogliendo il lievito di birra nell’acqua, aggiungete il malto e mescolate bene per amalgamare.

Versate nella ciotola della planetaria la farina (o in una ciotola normale se impastate a mano) e cominciate ad impastare aggiungendo man a mano acqua, quando l’acqua sarà stata incorporata con la farina aggiungete l’olio ed il sale e continuate ad impastare per altri 10 minuti, aggiungete anche le olive tritate grossolanamente e continuate ad impastare fino ad ottenere una massa elastica che si stacca dalle pareti delle ciotola.

Mettete l’impasto a lievitare in una ciotola che avrete precedentemente unto con olio e coprite con la pellicola, lasciate lievitare fino al raddoppio.

Nel frattempo tagliate il Gruyère DOP in quadrati piuttosto grandi, diciamo 1cm x 1 cm, o anche qualcosina di più, il formaggio si dovrà sentire, prendete la ciotola dove cuocerete il Monkey Bread e, con un tovagliolo imbevuto con olio (io ho utilizzato olio aromatizzato all’aglio, rosmarino e finocchietto selvatico, ma va bene anche olio normale), ungete la teglia che avrete scelto per cuocerlo, di solito si utilizzano le teglie per il Gugelhupf in modo da avere un aspetto piramidale, ma qualsiasi teglia va benissimo.

Quando l’impasto sarà lievitato cominciate a formare le palline, prendete una piccola quantità di impasto, diciamo delle dimensioni di una noce, mettete un cubetto di Gruyère DOP al centro, richiudete per formare la pallina, passatela ora nel cous cous e adagiatela nella teglia unta, procedete così fino a terminare tutto l’impasto, non importa come metterete le palline, il bello del Monkey Bread è proprio la sua casualità di forma, in fondo dovrete poi strapparle con le mani!

Coprite con un canovaccio umido e lasciate lievitare di nuovo (ci vorrà circa 1 ora), nel frattempo preriscladate il forno a 180 °C, e quando il Monkey Bread sarà lievitato infornatelo per circa 40 minuti o fino a quando non sarà bello dorato.

A Cottura ultimata non vi resterà che toglierlo dalla teglia e cominciare a strappare e mangiare!

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Con Questa Ricetta Partecipo al Contest Di Peperoni & Patate  #noiCHEESEamo – il 3° Contest dei Formaggi Svizzeri

 

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Tanti Auguri Re-Cake!!!

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Numero 1

 

Finalmente  dopo mesi che le guardavo susseguirsi una dietro l’altra con l’acquolina alla bocca, questo mese ce l’ho fatta anche io!

Ovviamente parlo delle Re-Cake, per mesi le ho guardate, ho cercato gli ingredienti ma niente…la scorsa Re-Cake era torta ai fichi che sembrava buonissima, mi ero detta, beh questa è la mia, vivo in un paese in collina, frutta e verdura di certo non mancano!
E invece…niente, ma proprio niente neanche uno!!!
Normalmente se ne trovano a quintali, da bambina ricordo che mia nonna non sapeva che farne tanti ne raccoglieva dalla pianta e per una volta che mi servivano…beanche l’ombra, va bè pazienza l’ho segnata per io prossimo anno, speriamo di riuscire ad assaggiarla.
Questa peró, questa si, questa potevo farla e poi come non festeggiare il 1 anno di Re-Cake?
12 fantastiche preparazioni che ci hanno messo alla prova, incuriosito, entusiasmato, che ci hanno permesso di provare combinazioni di sapori nuovi e golosissimi e che ci hanno regalato…infinite calorie!
Numero 2
Per il primo anno Silvia, Miria, Elisa, Sara e Silvia, hanno scelto un dolce della tradizione italiana…una Torta Tiramisù, ovviamente rivisitata, con influenze anglosassoni grazie alla fantastica Victoria Sponge Cake, non l’avevo mai provata ed è stata una vera rivelazione, ottima!
Io ho seguito la ricetta quasi alla lettera, facendo solo qualche piccola modifica nei savoiardi, che ho aromatizzato al caffè, e nella crema tiramisù, dove  ho pastorizzato le uova e aggiunto qualche foglio di gelatina, ma passiamo alla ricetta!
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Per la Sponge Cake (pr una tortiera di 18 cm di diametro):
3 Uova
225g di Zucchero Semolato
1 Cucchiaino di Estratto di Vaniglia
220 g di Farina 00
1 Bustina di Lievito
1 dl di Latte
50 g di Burro
Per la Bagna al Caffè:
50 dl di Caffè Amaro (se preferite zuccheratelo)
Per la Crema al Mascarpone:
250 g di Mascarpone
2 dl di Panna Fresca
4 Uova
6 g di gelatina in Fogli (3 fogli di quella Paneangeli)
90 g di Zucchero Semolato
40 g di Acqua
1 Cucchiaino di Estratto di Vaniglia
Per I Savoiardi al Caffè:
3 Uova
40 g di Farina 00
30 g di Fecola di Patate
10 g di Caffè in Polvere
120 g di Zucchero di Canna
Per Guarnire:
Cioccolato Fondente o Cacao Amaro
Numero 3
Cominciate con la Sponge Cake: lavorate in una planetaria (o in una ciotola con le fruste elettriche) le uova e lo zucchero fino ad avere un composto chiaro e spumoso.
In un pentolino scaldate il latte con il burro fino a quando il burro non sarà sciolto, a quel punto, aggiungetelo a filo sulle uova, continuando a montare il composto in planetaria.
Aggiungete ora, aiutandovi con una spatola la farina, la fecola il lievito e il caffè, amalgamate con movimenti decisi ma delicati per non smontare troppo il composto, aggiungete anche la vaniglia e amalgamate.
Imburrate ed infarinate lo stampo E cuocete a 175 °C per circa 40 minuti (fate la prova stecchino), una volta cotta, sfornate, lasciate raffreddare su una griglia e poi tagliatela in 4 parti.
Mentre la Sponge cake cuoce preparate i Savoiardi, montate i tuorli con metà dello zucchero, in un’altra ciotola montate a nece fermissima gli albumi con la parte restante di zucchero.
Unite al composto di tuorli e zucchero la farina setacciata insieme alla fecola e al caffè solubile, mescolate delicatamente per non far smontare il composto, infine aggiungete gli albumi, con movimenti dal basso verso l’alto per non smontarli.
Mettete il composto in una tasca da pasticcere e create dei bastoncini su una teglia che avrete precedentemente rivestita con carta forno, spolverate con zucchero di canna e cuocete per circa 8/10 minuti in forno preriscaldato a 200 °C  i savoiardi dovranno rimanere morbidi e non essere croccanti.
Ora non resta che preparare la crema tiramisù, cominciate mettendo metà dello zucchero in un pentolino con metà dell’acqua e portate lo sciroppo a 121 °C, nel frattempo cominciate a montare i tuorli in una planetaria o con le fruste elettriche, quando lo sciroppo sarà arrivato a temperatura versatelo a filo sui tuorli e continuate a montare fino a quando non saranno freddi, fate la stessa operazione con gli albumi e la restante parte di acqua e zucchero, otterrete una meringa, lasciate da parte.
Mettete i fogli di gelatina in ammollo in acqua fredda.
Togliete 2 cucchiai di panna e scaldateli 39 secondi al microonde, scioglieteci poi i fogli di gelatina, aggiungete il tutto alla panna fredda e montate in planetaria o con le friste elettriche.
Aggiungete al composto di tuorli e zucchero il mascarpone ed amalgamate, senza smontare i tuorli, aggiungete poi la panna e infine gli albumi, delicatamente con movimenti dal basso verso l’alto, mettere il composto in una tasca da pasticcere e mettere in frigo a riposare per circa 30 minuti.
Ora non vi resta che montare la torta, prendete un anello o una tortiera a cerniera con il diametro leggermente più ampio rispetto alla Sponge cake (questo aiuterà la torta e i savoiardi a rimanere stabili durante il montaggio) mettete il primo strato di sponge cake alla base, bagnate con il caffè e farcite con la crema tiramisù, continuate così per tutti e 4 gli strati, una volta aggiunto l’ultimo strato di Sponge Cake bagnate ancora e mettete l’ultimo strato di crema, aiutandovi con una spatola mettete un sottile strato di crema anche sui lati e aggiungete i savoiardi tutt’intorno, decorate la superficie con cacao o riccioli di cioccolato e mettete in frigo a riposare per almeno 2/3 ore.
Passato questo tempo…togliete l’anello, portate in tavola e provatela…una Torta degna del compleanno di Re-Cake…complimenti Ragazze!
Numero 4